Nell’opinione pubblica vi è una generale condivisione sul fatto che le Associazioni sociali, attraverso i loro volontari svolgono un importante ruolo nel migliorare le condizioni umane nella vita della città. I volontari sono impegnati ad aiutare tutti, in particolare le persone deboli che rischiano di essere emarginati.
Non altrettanto chiare sono invece le motivazioni che spingono una persona a dedicarsi agli altri. Generalmente si pensa a motivi religiosi o ideologici, sicuramente questi motivi esistono; invece, è sottovalutata l’importanza di aiutare gli altri come rafforzamento della propria esistenza.
Carlo, aveva una vita relativamente felice, aveva un buon lavoro una famiglia, la sua vita scorreva serena fino a quando un giorno tornando a casa dopo un turno di lavoro notturno, un micidiale scontro frontale tra il suo furgone di lavoro e un’altra auto cambia il corso della sua vita.
Carlo ferito gravemente e scioccato viene portato in ospedale e quando si risveglia un medico ed uno psichiatra gli comunicano che il ragazzo alla guida dell’auto era morto: aveva 27 anni come l’età di sua figlia.
Oppresso dalla responsabilità di avere ucciso un ragazzo, la sua condizione psico fisica è crollata. Sono stati anni di dolore, poi la salute è migliorata ed è stato scagionato come responsabile di quella morte che l’aveva lungamente tormentato e ha ripreso una condizione normale di vita. Carlo poi è andato in pensione, sembrava che avesse ritrovato la serenità; però sentiva che qualcosa mancava e aveva la sensazione di vivere solo in attesa della fine. Poi un giorno alcuni amici già volontari gli hanno parlato dell’Auser Firenze e delle attività che quotidianamente i suoi volontari effettuano in città. Si è presentato nella sede di piazza Peruzzi e dopo aver parlato e visto all’opera le persone presenti ha capito di essere arrivato nel posto giusto e che avrebbe dedicato parte del suo tempo libero alle persone in difficoltà.
Con Auser Firenze ha scoperto il filo d’argento: cioè l’aiuto alle persone anziane e fragili che quotidianamente si rivolgono all’associazione sicure di essere ascoltate e soprattutto aiutate. Due giorni alla settimana non solo risponde al telefono, ma svolge attività di accompagnamento sociale portando le persone in difficoltà ad effettuare le necessarie visite specialistiche e nelle strutture sanitarie per cure di riabilitazione ecc.
Ascolta, informa, rassicura, conversa con sconosciuti che spesso diventano suoi amici.
Ascoltando i tanti problemi che gli pongono queste persone in difficoltà, riesce a dimensionare meglio la propria condizione; riuscire spontaneamente a trovare una parola che rassicura chi ha chiamato, aumenta la sua autostima.
Insomma Carlo entrando nell’affascinante mondo del volontariato ha scoperto il valore della solidarietà, dell’amicizia, dell’impegno sociale e con Auser Firenze ha trovato nuove amicizie e costruito una nuova rete di contatti sociali.